Ma cosa cambia per gli autoriparatori? Operativamente poco, in pratica moltissimo: per la prima volta, infatti, viene scritto nero su bianco, su una legge dello Stato, che il danneggiato ha diritto al risarcimento integrale del danno per la riparazione a regola d'arte del veicolo incidentato avvalendosi di imprese di autoriparazione di propria fiducia.
Cosa significa questo? In pratica le compagnie assicurative non avranno vita facile nella canalizzazione dei propri assicurati nelle carrozzerie fiduciarie, o almeno, sicuramente sarà più complessa di quanto lo sia ora. Restano alcuni punti su cui servirà capire che succederà. Un esempio? Le clausole vessatorie inserite spesso nei contratti Rc auto che impongono di rivolgersi a una carrozzeria fiduciaria. Spariranno da domani? Difficile da dire, mentre sicuramente le compagnie si attrezzeranno per cercare di convincere i propri assicurati che, in qualche modo, la propria polizza “consiglia caldamente” di andare da un carrozziere fiduciario. Certo è che ora la libera scelta dell’automobilista a recarsi dal proprio carrozziere di fiducia non dipende più dalla decisione di un Giudice di Pace, ma è una legge dello stato, ed è bene sottolineare come non valga solo per l’Rc auto obbligatoria, ma per tutto il ramo Rc che per intendersi comprende anche le garanzie dirette (come la kasko o l'assicurazione grandine).
C’è poi un altro tema che da sempre viene trattato in maniera vaga: la riparazione a regola d’arte.
Il punto 4 dell’articolo 3 capo II del DDL 2085-B cita infatti: “Al fine di garantire le condizioni di sicurezza e funzionalità dei veicoli, le associazioni nazionali maggiormente rappresentative del settore dell'autoriparazione, l'Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici e le associazioni dei consumatori [...] definiscono d'intesa tra loro apposite linee guida finalizzate a determinare gli strumenti, le procedure, le soluzioni realizzative e gli ulteriori parametri tecnici per l'effettuazione delle riparazioni a regola d'arte [...]”.
Un aspetto su cui il legislatore dimentica forse un punto importante: tali procedure le stabiliscono le case auto, peccato che l’accesso alle informazioni di corretta riparazione siano al centro di uno scontro europeo proprio sull’accesso ai dati dell’auto (oggi consultabili solo sui portali “ufficiali” del marchio con modalità differenti caso per caso e costi non indifferenti), che a partire dalla sua corretta identificazione tramite il numero di telaio, fino alle metodologie di corretta riparazione sono gelosamente custodite nei server delle case auto stesse.
Vedremo quindi “come” associazioni, ANIA e consumatori sapranno concordare delle “linee guida”, ma soprattutto, anche qualora tutte le linee guida fossero rispettate, chi verificherà come è stato svolto il lavoro?
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