
Parlare di carrozzerie in modo generico, infatti, oggi non basta più. I piccoli artigiani di provincia (ma anche urbani) marcano il territorio e hanno un rapporto stretto con il cliente, il che garantirà a loro, probabilmente, ancora una vita nel prossimo futuro. Dall’altra le grandi strutture si stanno organizzando come multiservice, in grado di offrire tutti i servizi di assistenza e manutenzione per l’auto. Sono proprio queste, sempre più industriali e sempre più organizzate, ad interessare l'industria automotive, perché tutti le ritengono le strutture del futuro. Eppure, qualcosa non torna tra aspettative e realtà: la corsa a fornire servizi alle carrozzerie strutturate sembra non conoscere fine. Chiunque promette di tutto, sevizi web, servizi di auto, corsi mirabolanti e molto altro ancora. La sensazione è che la carrozzeria sia vista come la gallina dalle uova d’oro: considerata punto di contatto con gli automobilisti, si propone alla carrozzeria di vendere di tutto. È proprio in questi momenti, quando si cerca di recuperare fatturato, che si rischiano i maggiori abbagli: la carrozzeria ripara le auto, se riesce poi a vendere altri servizi è un di più, ma il suo core business deve rimanere quello.
Il rischio, altrimenti, è che si ripeta quanto già accaduto nel mondo delle concessionarie auto, dove oramai la marginalità sulla vendita dei nuovi modelli è calata drasticamente e queste aziende vivono quasi esclusivamente di servizi, che riescono a proporre proprio perché vendono auto. Un circolo vizioso che pone i dealer in una situazione di dipendenza con il proprio mandatario. Si tratta di scelte, non necessariamente di un problema, basta saperlo. Bisogna quindi sempre avere a mente al servizio di chi si vuole lavorare: se dei propri clienti o dei propri fornitori.