Una delle cose che da sempre è oggetto di enormi discussioni è la “tariffa di manodopera”. Questa definizione resiste da secoli nel mondo automotive anche se, a mio avviso, è oramai completamente inadatta.
Quando l’artigiano dell’auto, carrozziere, meccanico, elettrauto o gommista, per lavorare aveva bisogno solo di un paio di chiavi e un martello, probabilmente poteva essere corretta, ma oggi sicuramente non lo è più.
Perché all’interno della così detta “tariffa di manodopera” vanno affogati tutti quei costi di esercizio dell’attività: dalle bollette all’ammortamento di attrezzature sempre più costose, senza contare i soldi che si spendono per rispettare la mole incommentabile di normative su sicurezza e ambiente.
La “tariffa di manodopera” quindi è sempre più una tariffa di prestazione, chiamiamolo prezzo, che comprende tutte queste voci, compresa la manodopera, ossia l’apporto di lavoro nel processo riparativo.
Può sembrare una questione di lana caprina, eppure ci vorrebbe un cambiamento almeno nomenclativo, perché l’automobilista ignora i costi di gestione di una qualsiasi attività riparativa, gli investimenti necessari per riparare a regola d’arte e l’aggiornamento professionale necessario.
L’autoriparatore insomma è sempre più un professionista e sempre meno un artigiano o prestatore di manodopera. Un po’ come quando andiamo dal dentista, nessuno si chiede quanto costi all’ora la pulizia dei denti, un’otturazione o l’inserimento di un impianto, perché nel prezzo che ci viene proposto ci sono sia gli studi che ha svolto il dentista, sia le apparecchiature che utilizza fino ai materiali di consumo. In un recente articolo pubblicato dal blog Il carrozziere, risulta assi chiaro questo concetto, che è valido sia per i carrozzieri ma può essere esteso anche ai meccanici (qual è il costo di una diagnosi?), è una lettura interessante che consiglio a tutti.
La tariffa oraria di riparazione in luogo di “manodopera” dovrebbe diventare un must, anche perché, in futuro tra elettronica e sostituzioni, la “manodopera” servirà sempre meno, mentre sempre più serviranno attrezzature e competenze, come raccontava una barzelletta in voga qualche tempo fa: girare una vite costa pochissimo, sapere quale vite girare può comportare anni di studio. Ecco, la manodopera è solo girare la vite. Sapere quale vite girare il valore aggiunto. Per cui, per favore, smettiamola di chiamarla “tariffa di manodopera”.