In un bar del centro di Milano, bevendo con calma un caffè immerso sullo schermo del telefonino a leggere mail sento una parola che, volente o nolente, attiva nel mio cervello una molla verso l’attenzione. Un signore, ben vestito e curato sta parlando al telefono accanto a me e ad un certo punto affronta un tema a me caro con il suo interlocutore: l’assicurazione auto.
In una mattina di sole, la conversazione, che oramai ascolto con attenzione facendomi bellamente gli affari suoi, è uno “sporchino” su di una giornata altrimenti stupenda (almeno climaticamente).
Il bel signore è infatti un broker assicurativo (probabilmente plurimandatario poiché ad un certo punto parla di cambiare compagnia di anno in anno) che sta consigliando un suo cliente per ripristinare una vettura. La conversazione fila liscia, da quel che si capisce l’auto ha qualche riga e il cliente, dotato di assicurazione kasko, vuole farla rimettere a posto.
Parrebbe di capire che c’è una franchigia da pagare (cosa piuttosto normale) ed è a questo punto che il “nostro” si scalda: “perché vuoi pagare la franchigia? Usiamo gli atti vandalici e non spendi un euro”.
Il suggerimento è da manuale: “vai dai carabinieri e fai una denuncia, poi ti rechi dal carrozziere convenzionato […] tranquillo, ci parlo prima io, rifacciamo tutto senza spese”.
Lo so, è una pratica piuttosto comune, una “truffa” che vede sicuramente coinvolto il broker, il carrozziere e, nel caso il cliente accettasse di andare a sporgere denuncia, anche l’automobilista.
Nessuno vuole difendere le compagnie, specie dopo l’analisi dei loro bilanci che riportano utili stellari. Certo, però, che questi atteggiamenti non portano niente di buono, sia per la categoria dei carrozzieri, sia per le assicurazioni. Perché, in definitiva e almeno in questo caso, il perno attorno cui ruota la truffa è proprio il broker, punto di contatto tra compagnia, cliente e riparatore.
Ovviamente non bisogna generalizzare, la maggior parte dei broker assicurativi sono corretti, così come lo sono gli artigiani carrozzieri, i periti, i liquidatori e le stesse compagnie. Questi casi sporadici, tuttavia, gettano discredito su tutto il mondo dell’RC-Auto, che da sempre vive in una zona di grigiore che porta a luoghi comuni oramai cementati nella testa dei cittadini: “le assicurazioni sono legalmente autorizzate a truffarci”, “i carrozzieri sono tutti ladri”, “il broker fa solo il suo interesse” e così via discorrendo.