Opinioni | 12 Marzo 2025 | Autore: Tommaso Caravani

"Io sono più indipendente di te": l'editoriale di Tommaso Caravani
Alcune parole aiutano a semplificare i discorsi e creano immagini mentali molto efficaci: termini come libertà, sovranità e diritto sono spesso utilizzati per esemplificare concetti assoluti, quando invece necessitano di complementi che ne definiscano i confini.

Un esempio chiaro è che siamo liberi di fare le nostre scelte, ma non liberi di danneggiare qualcun altro. Questo perché le regole civili che ci siamo dati influiscono in maniera diretta sulle nostre possibilità.

Mi hanno stupito, in questo senso, i significati che la parola indipendenza assume nel mondo dell’autoriparazione, dove assume sfumature nettamente differenti a seconda del contesto.

Se prendete un qualunque meccanico e gli chiedete cos’è un autoriparatore indipendente, vi risponderà senza dubbio che è un autoriparatore che non lavora sotto il mandato di una casa automobilistica. Per lui, dunque, i riparatori si dividono in Autorizzati e Indipendenti.

Se però ponete la stessa domanda a un carrozziere, la risposta sarà molto diversa. Per lui, infatti, il mondo si divide in due categorie: Carrozziere Fiduciario e Carrozziere Indipendente. Il fiduciario è colui che ha stretto un contratto di collaborazione con una compagnia assicurativa, mentre l’indipendente è colui che opera senza mandati da parte delle compagnie.

Infine, se chiedete a un gommista chi sia un indipendente, vi risponderà che è un autoriparatore che non ha un mandato di franchising, sia esso di un produttore, di un distributore o di un’insegna “indipendente” (tanto per complicare la faccenda).

Il nocciolo della questione è che sbandierare la propria indipendenza non ha molto senso, se si considera che ogni attività commerciale è, per sua definizione, dipendente almeno da clienti e fornitori. Poi sta alle scelte (più o meno libere) di ognuno stringere accordi, favorevoli o meno.

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