Opinioni | 11 Febbraio 2025 | Autore: Tommaso Caravani

​L’editoriale di Tommaso Caravani: “Il polpo Paul”

Dal polpo Paul ai social: quando la semplificazione batte la conoscenza. L’editoriale di Tommaso Caravani.



Ai mondiali di calcio del 2010 un polpo di Sea Life Center, parco acquatico di Oberhausen, in Germania, fu utilizzato per predire i risultati di calcio. Milioni di telespettatori da tutto il mondo, a ogni vigilia di incontro, guardavano questo cefalopode predire la squadra vincitrice.

Per farlo venivano dati due contenitori con stampate le bandiere delle due squadre che si contendevano il match e contenenti la stessa quantità e tipologia di cibo, quindi sulla base della scelta sul dove consumare il suo pasto, il polpo Paul pronosticava la squadra vincente.
È evidente che questo metodo non avesse alcun fondamento e il polpo neanche sapesse cosa stesse succedendo, il suo unico obiettivo era mangiare le sue ostriche, eppure milioni di persone si convinsero delle proprietà oracolari.

Questo episodio della storia moderna mi viene sempre in mente quando leggo molti commenti social sul futuro dell’auto e su ogni materia complessa. Forse, l’unico grande danno fatto dal web è quello di averci dato l’“illusione del sapere” (per citare un bel libro di Massimo Piattelli Palmarini).

A pochi clic di distanza si trovano infatti risposte semplici per problemi che attanagliano l’umanità dai tempi che furono. Giusto per fare qualche esempio: l’avvento o meno dell’auto elettrica e le sue conseguenze, il trattamento dei dati, le regole della Comunità Europea. Tutti temi piuttosto divisivi, su cui esistono studi e ricerche molto variegate e complesse, adatti perlopiù a pochissime persone in grado di comprenderli. Eppure moltissima gente ha delle certezze ferree su molti di questi argomenti, perché quando una previsione o un’analisi, supera un certo di livello di difficoltà di elaborazione è molto più semplice affidarsi al polpo Paul.

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