Oltre ai brand propri di FCA e dell’acquisita PSA, infatti, il gruppo, guidato da Carlos Tavares, ha in capo una serie di attività che vale la pena analizzare.
Se da una parte ci sono i marchi legati al mondo del ricambio, come Eurorepar, Distrigo, Mopar e tanti altri, è altrettanto vero che il gruppo presidia anche il mondo bancario (con FCA Bank), quello del noleggio (vedi alla voce Leasys e Free2move), ma anche quello assicurativo (PSA Assurance) e quello del web (nel 2021 il gruppo ha acquisito il portale di ricambi usati B-Parts e si è trovato in dote da PSA il rivenditore online di ricambi aftermarket Mister-Auto).
Tutti business che potremmo definire collaterali alla vendita del prodotto auto, ma che allo stesso tempo sono strettamente collegati ad esso.
Durante l’ultima edizione del Salone dell’Auto di Parigi, Ned Curic, Chief Technology Officer di Stellantis, ha affermato che il gruppo si sta spostando dalla vendita di auto verso un obiettivo di “mobility service” e che in questa transizione il ruolo della tecnologia sarà predominante.
L’obiettivo, secondo Curic (che ha un passato in Toyota, ma anche in Microsoft e Amazon), è quello di arrivare a generare oltre 20 miliardi di euro solo dalla parte software entro il 2030; insomma non proprio bruscolini.
Nella visione della casa auto, quindi, il produttore diventa sempre di più un fornitore di servizi, capace di invadere campi che storicamente sono presidiati da filiere in molti casi strutturate.
La presenza territoriale delle case auto è sempre più sparuta e già solo le incertezze che riguardano la rete distributiva rappresentano alcune crepe di questo grande progetto.
Senza contare poi che qualcuno potrebbe alzarsi e far notare che “forse” i costruttori sfruttano “leggermente” una posizione dominante sul mercato.
Uno dei pilastri per raggiungere gli obiettivi di fatturato presentati da Curic è quello di vendere servizi e abbonamenti informatici, legando l’uso dell’auto a degli abbonamenti aggiuntivi, ma anche rivedere il modo in cui le informazioni tecniche sono vendute al mondo dell’autoriparazione.
Ma è proprio su questo punto che qualche faro si è acceso a fronte di aumenti ingiustificati proprio per le informazioni tecniche al mondo dell’autoriparazione. La Corte di Giustizia della Commissione Europea, infatti, si è recentemente espressa dando ragione all’ADPA (European Indipendent Automotive Data Publisher Association) proprio sull’aumento ingiustificato dei costi per l’accesso alle informazioni sui veicoli (per saperne di più clicca qui).
Come sempre, però, la presentazione dei progetti è molto affascinante e sulla carta tutto ha una sua logica. Tuttavia, tradurre in pratica queste mirabolanti idee diventa un po’ più complesso.
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