Il mondo dell’autoriparazione è chiamato a nuove sfide che sembrano destinate a stravolgere le modalità di lavoro. Ma se alcuni cambiamenti, come l’auto elettrica o i sistemi di guida autonoma, o ancora i cambi di scenario nel ruolo dell’automobile da prodotto a servizio, sono ancora di là da venire, altri - di cui si parla forse un po’ poco e in maniera approssimativa - sono ormai stringenti.
Il tema ecologico, che da anni è un argomento di discussione del settore, ad esempio, ha sempre avuto contorni piuttosto vacui quando si parla di autoriparazione. Eppure oggi questa questione è diventata fondamentale, non solo perché leggi e regolamenti stanno diventando più stringenti, ma anche perché oggi il tema ecologico colpisce in maniera diretta il business.
Con i prezzi di gas e petrolio che oscillano in maniera importante, la questione della sostenibilità ambientale si incontra con quello della marginalità e diventa allora fondamentale trovare il modo di rendere sempre più efficienti i metodi di lavoro.
Costi che impattano su tutta la filiera: dallo smaltimento rifiuti alla corrente elettrica. Per riuscire a ridurre i consumi è necessario pensare già oggi che probabilmente il mondo non tornerà come era prima della pandemia e della guerra e per questo serviranno investimenti in attrezzature e processi che permettano reali risparmi di tempo ed energia.
A differenza però degli acquisti di prodotto, questi costi sono spesso occultati nella gestione aziendale, considerati come costi fissi di funzionamento che impattano in maniera poco significativa sulla marginalità.
In futuro probabilmente non sarà più così e riuscire ad avere un quadro chiaro del costo di ogni fase di lavorazione e di ogni processo determinerà chi guadagnerà e chi no.