Sarà perché le auto sono sempre più degli “smatphone su ruote”, sarà perché l’elettronica e l'intelligenza artificiale sembrano essere gli unici driver di successo del mondo dell’auto, ma è un fatto che il settore automotive, da sempre piuttosto restio agli stravolgimenti e i cui attori sono rimasti pressoché gli stessi per oltre mezzo secolo, si sta modificando con la velocità a cui ci hanno abituati solo le compagnie high-tech.
L’apertura dei mercati ha fatto sì che oggi le auto che circolano sulle nostre strade abbiano nomi sempre più esotici e le case automobilistiche che segnano i trend di crescita maggiori (seppur con numeri ancora molto piccoli) siano nomi nuovi per il “Vecchio Continente”.
Molto è dovuto a un altro stravolgimento, questa volta politico: la “rivoluzione verde”. La questione è talmente complessa che non basterebbe tutta la rivista per affrontare l’argomento, ma diciamo che, forse, pensare che il tutto si possa risolvere con auto elettriche a batteria potrebbe essere un po’ limitante.
Eppure, al momento è così ed è per questo che sono nati molti nuovi brand di case costruttrici (Tesla è stata forse la prima, ma oggi la maggior parte sono cinesi).
In mezzo a questo trambusto, le “care e vecchie” case automobilistiche non sono rimaste ferme. Oggi anche loro sono salite sul “carro elettrico” dei vincitori e sfornano prodotti ad alta tecnologia sempre più raffinati ed esclusivi (talmente esclusivi che le vendite non raggiungono che qualche punto percentuale sul totale).
A differenza dei nuovi produttori asiatici e delle start-up che si sono buttate sull’auto elettrica, però, le vecchie case auto hanno in giro per mezza Europa concessionarie e reti di assistenza.
Un valore?
Dal punto degli automobilisti clienti sicuramente, da quello di una multinazionale non necessariamente: una rete distributiva fisica e dei centri di assistenza da formare e mantenere sul territorio sono “costi” che i nuovi attori non hanno. In un tempo in cui le auto si vendono su internet gli “autosaloni” sembrano essere diventati improvvisamente il “problema” delle case auto, così come gli autoriparatori autorizzati. Meglio contratti di agenzia e terzializzazione dell’assistenza. Io vendo, tu ripari.
Se non fosse che ne abbiamo viste davvero tante nel mondo dell’auto (tutte finite male) si potrebbe dire che, seppur non eccelsa, almeno è una strategia.