Probabilmente ci sarà il tempo per adeguarsi, ma questo avverrà solo se gli operatori sapranno guardare i segnali che già oggi si vedono. Uno dei più evidenti è la nascita di UnipolRental (per leggere la notizia clicca qui), la nascita cioè di un noleggiatore che è anche una compagnia di assicurazioni. A ben guardare, poi, questa compagnia di assicurazione è l’unica che gestisce anche in maniera diretta il business del ricambio e ha più “rami” aziendali di una quercia centenaria.
Per carità, di commistioni nel mondo auto ce ne sono state molte (ad esempio da oltre un decennio una compagnia assicurativa è di proprietà di un gruppo che controlla anche la distribuzione auto) e le nuove formule di business iniziano ad affacciarsi sul mercato.
In Cina, ad esempio, chi acquista una Tesla ha compresa l’assicurazione auto a vita, così come molte compagnie stanno studiando soluzioni per cui la polizza comprenda l’auto (un po’ come l’abbonamento al telefono).
Capire questi fenomeni aiuta a vedere come sarà l’auto di domani. Probabilmente la proprietà del mezzo sarà sempre più messa in discussione: saranno grandi società a gestire enormi parchi auto affidati ai clienti. In questo senso le compagnie di assicurazione hanno dalla loro sicuramente una liquidità invidiabile, così come le banche (non a caso anche queste ultime spesso controllano le società di noleggio).
Tornando al nostro piccolo mondo dell’autoriparazione è evidente che con soggetti così forti economicamente la trattativa sarà sempre complicata, sia perché questi soggetti saranno “i clienti” sia perché in Italia c’è un eccesso di strutture riparative.
Ma proprio la quantità non si traduce spesso in qualità: riparare vetture moderne è sempre più complicato. La formazione e la specializzazione potrebbero essere, forse, due armi di difesa per un settore che altrimenti rischierebbe di essere ripulito proprio come le carte in tavola ad “asso piglia tutto”.
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