La società sta cambiando e con essa le abitudini dei consumatori. Per accorgersene basta vedere il tempo che passiamo davanti a un piccolo monitor chiamato smartphone. In media siamo connessi a internet circa sei ore al giorno, di cui due sui social. Un tempo troppo elevato della nostra vita per non tenerne conto.
Sul web facciamo un po’ di tutto e siamo oramai abituati a risolvere la maggior parte delle nostre incombenze: dalla prenotazione di un viaggio a un pagamento (solo per citare i servizi più comunemente utilizzati).
Siamo solo all’inizio di una trasformazione digitale che è una vera e propria rivoluzione degli usi e costumi dei consumatori. Così come la rivoluzione industriale ha traghettato l’economia dall’agricoltura alla manifattura industriale, anche la rivoluzione digitale porterà un cambiamento epocale: dal possesso dei beni al loro utilizzo on-demand. Non sfugge, infatti, che l’affezione a un servizio o a una proprietà sia un valore che si sta declinando rapidamente: perché comprare una casa al mare quando posso prenotarne una su Airbnb e cambiare località ogni volta che voglio con tre click sul telefono?
Perché essere fedeli al gestore telefonico se con un paio di tap sullo smartphone posso cambiare operatore risparmiando qualcosa ogni mese?
La comparabilità dei prezzi e del livello di servizio è la chiave di volta di una trasformazione che non si fermerà e che impatterà anche sul mondo dell’autoriparazione. Già oggi noleggiare un’auto con il car sharing ha portato moltissime famiglie delle grandi metropoli, dove il servizio è attivo, a preferirlo al posto della seconda auto. Al giorno d’oggi, infatti, esistono App che aggregano i differenti servizi di car sharing per trovare l’auto più vicina a dove ci troviamo. Inoltre, i servizi di noleggio si stanno ibridizzando: lungo termine, medio termine, breve termine e car sharing sono definizioni che già oggi appaiono vecchie davanti all’esigenza di mobilità. Insomma, trovare l’auto giusta per i propri bisogni sarà probabilmente il futuro.
Il secondo aspetto della rivoluzione digitale, non meno marginale, sarà un crescente accentramento di capitali. È successo nelle banche, nell’e-commerce e in tanti settori: il digitale porta concentrazioni e così sarà anche nell’auto. In ogni caso, il mondo dell’autoriparazione dovrà fare i conti con attori nuovi nel business o nelle dimensioni. È evidente che se l’auto sarà utilizzata on-demand, chi gestirà il servizio dovrà preoccuparsi di manutenzioni e riparazioni e canalizzerà questa attività verso centri che potranno essere propri o di terzi.
Oggi vediamo il noleggio a lungo termine farla da padrone, ma il passo successivo si avrà con l’arrivo della guida autonoma (o quasi) e quando Uber, Google, Amazon e tutti gli altri giganti del web studieranno altre strategie per giocare un ruolo da protagonisti sul mercato.
Lavorare su queste auto, quindi, sarà possibile e necessario, sempre che si faccia parte di una struttura più grande della singola impresa in grado di trattare condizioni economiche accettabili.