“Niente tasse, nè contributi, nessuna autorizzazione o permesso, gli abusivi sottraggono risorse allo Stato, fanno concorrenza sleale ai veri imprenditori, danneggiano i consumatori. Una piaga endemica nel nostro paese, che in questi ultimi anni è in crescita costante”, si legge sul comunicato.
L’irregolarità sfiora il 28%
Le cose peggiorano per alcuni settori più esposti alla concorrenza sleale degli abusivi, come i servizi alla persona, in particolare, acconciatura, estetica, lavanderie, riparazioni dove il tasso di irregolarità sfiora addirittura il 28%, rispetto al tasso medio nazionale che arriva al 15%.Cifre che la dicono lunga sulla gravità di un fenomeno che – nonostante le ripetute sollecitazioni di Confartigianato – stenta a trovare soluzioni efficaci. Le leggi ci sono ma, come spesso accade in Italia, non vengono applicate.
Confartigianato corre ai ripari
E, allora, proprio sull’attività di controllo e repressione delle attività abusive, si stanno concentrando gli sforzi di Confartigianato. Sono numerose le iniziative attivate a livello territoriale. Come in provincia di Vicenza, dove Confartigianato di Schio, ha stretto un’alleanza con il Comune e la Polizia locale proprio per scovare e punire i furbetti che minacciano il lavoro dei veri imprenditori artigiani. L’iniziativa prevede che l’Associazione, a seguito di una segnalazione formale, verifichi l’iscrizione dell’operatore sospetto ai registri della Camera di commercio. Se non risulta iscritto, Confartigianato di Schio lo invita, con una comunicazione ufficiale inviata per posta, a cessare l’attività abusiva e a regolarizzare la sua posizione.Se questa iniziativa non sortisce effetti positivi e l’attività abusiva continua, l’Associazione segnala l’attività irregolare agli enti pubblici e alle forze dell’ordine competenti affinché possano procedere con le necessarie attività ispettive.
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