Tra quindici anni il mercato italiano conterà circa 15 milioni di auto diverless, le compagnie assicurative si preparano tra dilemmi etici e leggi che mancano. Intanto l' Italia vanta il "primato" prezzo medio di un'assicurazione più alto d'Europa.
In una recente intervista a “La Stampa” Paolo Ceresi, partner di Mbs Consulting, ha affermato:” tra quindici anni avremo 20 milioni di auto tradizionali e 15 milioni di self driving cars. Il mercato, e le strade, saranno per forza di cose un ibrido. Le assicurazioni dovranno affrontare vie inesplorate: oggi assicurano una persona, in futuro dovranno assicurare il software, i sensori o i produttori della macchina”.
L’arrivo dell’auto senza guidatore pone di fronte produttori, consumatori, e anche assicuratori, a dilemmi etici.
In una sala riunioni in California probabilmente un gruppo di programmatori ha già dovuto discutere su come scrivere il codice in caso di rischio. Se sulla carreggiata compare un ostacolo l’automobile dovrà salvare a ogni costo il passeggero e investire l’ostacolo oppure frenare mettendo a rischio il passeggero? Il codice dovrà distinguere tra umani e animali, tra bambini e adulti?
In poche parole, a chi va procurato il danno? “Google sta già ragionando sul fatto se sia giusto che un automobile abbia il 100% di autonomia o se l’automobilista possa prendere il controllo e intervenire”.
A proposito di assicurazioni…
Ricordiamo inoltre che il nostro paese al momento è il primo mercato europeo per l’uso delle black box, ideate per monitorare lo stato dell’auto e lo stile di guida degli assicurati. Un primato che nasce da un aspetto negativo: in Italia il prezzo medio di un’assicurazione auto è il più alto d’Europa, circa 400 euro, quando la media europea è di 280 euro. Oggi 4,5 milioni di auto in Italia, circa il 14% del totale, viaggiano sorvegliate dalle black box. Per convincere i consumatori a installarle è stato sufficiente promettere uno sconto sulla polizza.
Nel 2020, sempre Mbs Consulting, stima che le polizze telematiche raggiungeranno quota 9 milioni con una raccolta complessiva di 3 miliardi di euro e un giro d’affari del nuovo settore tecnologico di 300 milioni di euro.
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