News | 01 Febbraio 2023 | Autore: Tommaso Caravani

"Andante con ibrido": l'editoriale di Tommaso Caravani
La fine del 2022 ha decretato che l’auto preferita dagli italiani è ibrida.
Quasi un’auto nuova su due venduta lo scorso anno è infatti in qualche modo ibrida (perché la Panda lo è in un modo, una Plug-in un altro, una Corolla in un altro ancora). Per essere precisi, nel periodo gennaio/dicembre 2022, del totale di auto vendute in Italia, cioè 1.316.702, il 40,2% è ibrida (fonte Unrae).

Per dovere di cronaca, le Diesel sono il 27,5% e le benzina il 20%, il resto conta poco: il gas, tra metano e Gpl non arriva al 10%, l’elettrico si ferma al 3,7% (da notare che era al 4,6% nel 2021) e l’idrogeno allo zero virgola zero qualcosa. Ne sono state comunque immatricolate 11, il che è stupefacente considerando che esistono solo cinque stazioni di rifornimento per questo carburante in Italia.

Nonostante le polemiche sull’auto elettrica, sulla morte del nostro mercato e tutto il contorno di confusione, si può affermare che in qualche modo l'elettrificazione del parco circolante sia iniziata. Certo, a questo ritmo, con meno di mezzo milione di auto immatricolate l’anno, ci vorranno più di 15 anni per avere tutte auto ibride (elettriche non ne parliamo neanche) e se anche dovesse riprendersi il mercato e la percentuale di auto “elettrificate” aumentasse, parliamo comunque almeno di un decennio. Senza considerare che, comunque, una parte di vendite, soprattutto di Diesel, è destinata probabilmente a rimanere con noi almeno fino al 2035 (sempre che le cose non cambino).

Questa notizia non è né bella né brutta, perché le notizie sono generalmente neutre, poi uno gli dà il significato che meglio si adatta alla propria condizione.
Per esempio, per il mondo dell’autoriparazione è una notizia buona e cattiva allo stesso tempo: da una parte, le auto ibride hanno bisogno di una manutenzione maggiore, dall’altra bisogna saperci mettere sopra le mani.

Tra le due personalmente ritengo prevalga molto l’interpretazione buona rispetto a quella cattiva, perché nonostante gli investimenti necessari, il messaggio catastrofico secondo cui l’auto elettrica spazzerà via anni di lavoro e professioni mi sembra un tantino esagerata.

Il cambiamento sta arrivando, ma se non è detto che l’autoriparazione procederà con “brio” avrà almeno sicuramente l’ibrido.

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