A dircelo è il Barometro Aftermarket dell’ANFIA: crescono i volumi dei ricambi di carrozzeria e abitacolo nel primo semestre di quest’anno, +12,94%.
Sono stati da poco diffusi i dati raccolti da ANFIA sull'andamento del comparto aftermarket in Italia nei primi sei mesi del 2022: il semestre, in generale, chiude con un +13,61%.
Ricordiamo che la rilevazione, nota con il nome di Barometro Aftermarket, si basa su una analisi statistica dei dati interna al Gruppo Componenti ANFIA, che fornisce un trend indicativo dell'andamento del mercato dei ricambi automotive su base mensile, sia a livello consolidato, sia a livello di singole famiglie prodotto.
Più in dettaglio, i dati diffusi da ANFIA ci dicono che: il primo trimestre ha registrato un aumento del 18,5%; il secondo, invece, ha chiuso con un +8,6%. Ciò che emerge, però, è che tutte e cinque le famiglie di prodotto sono in crescita (vedi tabella), compresi i componenti di carrozzeria e abitacolo che segnano un +12,94% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Gli incrementi più rilevanti sono quelli dei componenti motore (+20,8%), dopo un primo semestre 2021 a +58,3% e una chiusura d’anno a +31,6%, e dei componenti undercar (+17,2%), che nel primo semestre 2021 avevano chiuso a +58,2%, concludendo poi l’anno a +26,1%.
Seguono, come anticipato, i componenti di carrozzeria e abitacolo (+12,9%), che avevano riportato un aumento del 24,5% nel primo semestre 2021 e del 15,6% nell’intero anno, e i componenti elettrici ed elettronici (+12,4%), dopo il +29,6% di gennaio-giugno 2021 e la chiusura d’anno a +19,3%. Infine, registrano una performance positiva, con una variazione percentuale più contenuta, anche i materiali di consumo (+8,9%), che avevano chiuso a +34,2% il primo semestre 2021 e a +18,3% l’intero anno.
Il commento di Massimo Pellegrino
“La chiusura positiva del primo semestre 2022 – afferma Massimo Pellegrino, Coordinatore della Sezione Aftermarket del Gruppo Componenti ANFIA – fa seguito ad un 2021 già in crescita, che aveva recuperato e superato i livelli del 2019 dopo le difficoltà innescate dalla pandemia nel 2020.Essendo l’aftermarket un comparto anticiclico, le buone performance della prima metà dell’anno in corso si ricollegano anche all’andamento invece negativo del mercato italiano delle auto nuove, che ha chiuso il primo semestre a -22,7%, risultando in flessione da 12 mesi consecutivi, con un conseguente incremento della domanda di manutenzione e riparazione per le auto usate.
Lo scoppio della guerra in Ucraina, del resto, ha reso più difficile l’attività sia dei produttori di componenti, sia dei costruttori di autoveicoli in tutta Europa, dove la filiera automotive è fortemente interconnessa. Alla già esistente crisi delle materie prime e di reperibilità di alcuni componenti, si sono aggiunti ulteriori disagi nella logistica e nelle forniture.
Inoltre, negli ultimi mesi, il progressivo aumento dei costi dei carburanti ha determinato un aumento dei costi di trasporto – alimentato anche dalla carenza di camionisti, con migliaia di autisti ucraini ritornati in patria per combattere nel conflitto – mentre i rincari delle materie prime e dell’energia hanno fatto lievitare i costi di produzione, con un incremento di alcuni miliardi di euro all’anno per le aziende della filiera produttiva. È probabile che, nel secondo semestre 2022, anche il mercato dei ricambi auto accusi gli effetti del tasso inflattivo in rialzo, destinato ad incidere sulle capacità di spesa degli italiani.
In questo sfidante scenario, il must per la nostra filiera rimane approcciare il mercato della nuova mobilità attraverso la formazione e la digitalizzazione – su cui fare investimenti strutturali – ma anche attraverso nuovi strumenti di diagnosi e, più nello specifico, avvicinandosi al mondo dei sistemi di ricarica elettrica e di gestione delle batterie. Bisogna che le aziende si aprano ad un nuovo modo di fare aftermarket.
Per l’aftermarket e per l’intero settore automotive è infine fondamentale che il prossimo governo abbia ben presenti le priorità di intervento su cui concentrarsi: politiche industriali per la transizione produttiva, misure a sostegno del mercato e dello sviluppo infrastrutturale”.
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