News | 02 Febbraio 2022 | Autore: Tommaso Caravani

​L’editoriale di Tommaso Caravani: “L’energia che servirebbe”

A gennaio Bankitalia ha rivisto al rialzo le previsioni dell'ISTAT, stimando un’inflazione al 3,5% nel 2022.

Una cifra a cui si dovrebbe arrivare dopo un picco e una discesa nel corso dell'anno. Eppure, molti prezzi al consumo sono già aumentati (con picchi di molto superiori alle stime, ma tanto) e alcune di queste "spese" aggiuntive sembrano essere più strutturali che passeggere.

Tra queste in pole position c'è l'energia, una commodity che in Italia ha mille storture, dagli oneri (che paghiamo anche come privati) alle accise.

Forse sarebbe il caso di occuparsi in maniera un po' più seria del problema energetico in Italia, lasciando da parte gli slogan ed entrando nel merito dei Megawatt prodotti e importati, sul trasporto dell'energia e su come bilanciare costi e distribuzione, ma al momento l’unica seria analisi riguarda dei ristori temporanei.

Stante così le cose non si può che prendere atto della situazione e cercare di mettere in atto le proprie contromosse: se il prezzo di una tazzina di caffè aumenta forse è il caso di rivedere anche tutte le manodopere depositate in Camera di Commercio.
Un impegno importante che dovrebbe vedere coinvolte tutte le associazioni per fare in modo che gli autoriparatori non si trovino a vedere crollare la propria marginalità.

Il costo di funzionamento di una struttura è infatti destinato ad aumentare notevolmente così come, con l’aumento delle materie prime, aumenteranno ricambi, attrezzature e abbonamenti ai software (spesso si dà per scontato, ma l’aumento dell’energia rende anche internet sempre più costoso).

Se quindi difficilmente si otterranno “mancette” statali strutturali è bene che il settore prenda l’iniziativa e inizi a tutelare i propri interessi prima che ci pensi qualcun altro.  

Photogallery