Approfondimenti | 07 Febbraio 2025 | Autore: Alessandro Margiacchi

​La carrozzeria sotto i riflettori: Car Service Day va ancora a segno

La seconda edizione del Car Service Day ha riconfermato il suo ruolo di evento unico per qualità dei contenuti. Vediamo più in dettaglio com’è andata.


Il Car Service Day 2025, organizzato da Notiziario Motoristico e Carrozzeria Autorizzata, si è tenuto ieri 6 febbraio presso il Royal Hotel Carlton di Bologna.
 
Giunto alla sua seconda edizione, l'evento ha avuto come obiettivo principale quello di infondere ottimismo agli specialisti del settore carrozzeria, sottolineando le opportunità emergenti in un mercato in trasformazione. 
I contenuti sono stati al centro della giornata, con relatori di spicco che hanno offerto spunti di riflessione su sfide e possibilità future.
 
Il networking, poi, ha giocato un ruolo fondamentale, favorendo momenti di confronto tra i partecipanti, che hanno potuto condividere esperienze e strategie per affrontare le evoluzioni del settore.
L'evento è stato aperto e moderato da Tommaso Caravani di Notiziario Motoristico, che ha delineato lo scenario attuale del settore carrozzeria, evidenziando le sfide legate all'evoluzione tecnologica e ai nuovi modelli di business. Nel suo intervento ha sottolineato la necessità di innovare e di adottare processi più efficienti per restare competitivi. 

Caravani, infine, ha enfatizzato come l’adattamento alle nuove dinamiche del mercato sia cruciale per il successo delle carrozzerie, in particolare in un contesto in cui la digitalizzazione e la sostenibilità giocano un ruolo sempre più centrale.

Tendenze globali

Si è quindi entrati nel vivo con il lancio della videointervista a Robert Snook, Conference Director IBIS, che ha fornito una panoramica sulle tendenze globali. Ha affrontato il tema della robotizzazione nelle carrozzerie, ribadendo che, sebbene l’automazione sia in crescita, il fattore umano rimarrà indispensabile per le riparazioni fisiche.
 
Snook ha inoltre parlato di intelligenza artificiale, sottolineando come possa diventare uno strumento per snellire i processi e migliorare l’esperienza di clienti e dipendenti. 
Altro tema cruciale è stato quello della carenza di ricambi e delle opportunità offerte dalla stampa 3D nel settore aftermarket. Ha evidenziato, quindi, come queste innovazioni possano rappresentare un'opportunità per chi saprà adattarsi e investire nelle nuove tecnologie.

L’intervento di Assoutenti

È stato poi il momento di Stefano Mannacio, Responsabile Insurance and Automotive di Assoutenti, che è intervenuto per approfondire i temi legati ai diritti dei consumatori nel settore automobilistico, in particolare in riferimento alla recente multa di 6 milioni di euro inflitta a Dr Automobiles S.r.l. e alla sua controllata DR Service & Parts S.r.l.

Il problema è stato che i consumatori che avevano acquistato le auto del marchio, credendo di acquistare un prodotto italiano, hanno scoperto che la produzione era in gran parte estera, con solo alcune componenti assemblate in Italia. Inoltre, quando i clienti hanno avuto bisogno di ricambi o di assistenza post-vendita, si sono trovati di fronte a gravi carenze, con molti ricambi che non sono mai arrivati, creando disagi rilevanti.

Queste difficoltà hanno spinto le associazioni di consumatori, a raccogliere i reclami e presentare una denuncia all'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, che ha inflitto una multa a DR Automobiles S.r.l. e al suo canale post-vendita DR Service & Parts S.r.l. (la sanzione è stata pari a tre milioni di euro per ciascuna delle due entità).
Durante il suo intervento, Mannacio ha sottolineato un punto cruciale per i consumatori: oggi l'acquisto di un'auto non è più una transazione semplice, ma una "combinazione di prodotto e servizio". Molti consumatori si trovano a dover acquistare finanziamenti e polizze assicurative insieme al veicolo, spesso con poca libertà di scelta, situazione che li costringe a fare delle scelte che non corrispondono pienamente alle loro necessità.

L'associazione Assutenti ha evidenziato la necessità di una maggiore trasparenza e libertà per i consumatori, che devono poter scegliere autonomamente non solo l'auto, ma anche il tipo di servizio e le condizioni di finanziamento. Mannacio ha sottolineato come, in molti casi, le assicurazioni e i servizi post-vendita offerti insieme all'auto siano inadeguati, con polizze poco chiare o insufficienti, e riparazioni che non rispettano i tempi e le aspettative dei consumatori.
Un altro tema trattato è la crescente convergenza di interessi tra le associazioni di consumatori e i carrozzieri, che si trovano a gestire richieste di riparazione, ma spesso sono limitati dalla scarsità di ricambi e dalla mancanza di una rete di assistenza adeguata. In questo scenario, molti carrozzieri non riescono a soddisfare la domanda, in particolare per danni catastrofali, come quelli causati dalla grandine.

Infine, Mannacio ha lanciato una riflessione sul futuro del settore automobilistico. Se l'auto un tempo era un simbolo di status, oggi è più una combinazione di prodotto e servizio, e in questo contesto le case automobilistiche devono rivedere la loro offerta, garantendo non solo un buon veicolo, ma anche servizi di qualità, tempestivi e trasparenti.
Concludendo il suo intervento, Mannacio ha posto l'accento sull'importanza di una politica industriale solida e trasparente. Ha ricordato come il settore automobilistico stia attraversando un periodo di trasformazione, con nuove opportunità per le case automobilistiche che sanno adattarsi alle esigenze dei consumatori e puntano sulla qualità complessiva del servizio offerto. Il futuro, per l'associazione Assutenti e per i consumatori, è in un mercato automobilistico più equilibrato, dove il diritto di scelta e la qualità dei servizi siano garantiti.

La strategia di BYD in Italia con Enea Costa

È stato poi il turno di Enea Costa, il nuovo After Sales Manager Italy di BYD, fresco di nomina, che ha condiviso importanti novità sulla crescita e sull'espansione del marchio cinese in Italia e in Europa, nonché sulla sua strategia di supporto post-vendita.

Costa ha iniziato il suo intervento rispondendo a una domanda chiave: quante auto BYD circolano attualmente sulle strade italiane? Con circa 3.200 vetture al momento, il marchio si prepara a una rapida espansione, puntando a superare alcuni dei principali attori già presenti sul mercato italiano entro il prossimo anno. Con un portafoglio ordini in forte crescita, l’obiettivo di BYD per il 2025 è ambizioso, con previsioni di circa 30.000 immatricolazioni, portando la quota di mercato al 1,5%.

Costa ha sottolineato che BYD si definisce non tanto come un "car maker", ma come una "technology company". Nel 2003, BYD ha iniziato a esplorare il settore dei trasporti, e oggi è il principale produttore mondiale di veicoli elettrici e ibridi, con oltre 4 milioni di auto prodotte annualmente.
In un mercato dove la disponibilità dei ricambi è cruciale, Costa ha annunciato al Car Service Day l’apertura di un magazzino ricambi in Italia entro giugno 2025, riducendo così la dipendenza dal magazzino centrale di Rotterdam, in Olanda.
 
La rete di assistenza in Italia è destinata a crescere significativamente, passando dai 41 service point attuali a 100 entro la fine dell’anno. Inoltre, la partnership con importanti dealer italiani, come Autotorino e Barchetti, consente a BYD di espandere rapidamente la propria rete di supporto.

Costa ha infine ribadito l’importanza di fornire un accesso rapido e semplice alle informazioni tecniche per i professionisti del settore, con l’intenzione di lanciare una piattaforma online che faciliterà la ricerca di ricambi e ordini. Inoltre, BYD sta lavorando a stretto contatto con istituti scolastici per formare nuove generazioni di esperti in tecnologia automobilistica elettrica.
Concludendo, l’intervento di Enea Costa ha chiarito come BYD, con un forte impegno in innovazione e un piano solido di espansione e assistenza, stia costruendo le basi per diventare un attore chiave nel mercato automobilistico italiano ed europeo.

L’esperienza norvegese e il futuro dell’elettrico

In una videointervista realizzata dalla redazione di Notiziario Motoristico, Fredrik Karlsen, CEO di Intakt Bilskade, ha parlato dell’esperienza norvegese con i veicoli elettrici. Ha spiegato nel suo intervento come la qualità delle auto cinesi sia migliorata al punto da essere paragonabile a Tesla e altri marchi europei. 

Il CEO del gruppo ha poi affermato che l’aumento delle auto elettriche non riduce il lavoro per i carrozzieri, anzi: i danni aumentano, creando nuove opportunità. 
Ha anche condiviso strategie adottate in Norvegia per affrontare la riparazione dei veicoli elettrici, un settore in forte espansione.

I cambiamenti climatici e il fenomeno della grandine

Andrea Finardi, Direttore Commerciale di Lever Touch, ha analizzato poi l’aumento degli eventi grandinigeni in Europa.
Negli ultimi anni, infatti, il settore delle riparazioni automobilistiche ha dovuto affrontare sfide sempre più complesse a causa dell’aumento degli eventi meteorologici estremi. Finardi ha perciò illustrato l’impatto crescente delle grandinate sul mercato della riparazione auto, supportato da dati.

L’azienda ha analizzato i dati raccolti dallo European Severe Storms Laboratory, l’ente europeo che monitora gli eventi meteorologici estremi dal 2006. Questi dati mostrano un aumento della frequenza e dell’intensità delle grandinate in Europa. Nel 2006, gli eventi di grandine analizzati erano circa 900, con solo 30 episodi caratterizzati da chicchi di dimensioni comprese tra i 2 e i 5 centimetri e appena 2 eventi classificati come "disastrosi" (con chicchi superiori ai 5 centimetri). 

Nel periodo 2014-2016 questi numeri erano già quadruplicati: gli eventi lievi erano saliti a 3.000, quelli di media intensità erano aumentati dell’81%, e quelli più estremi erano cresciuti del 40%.
Nel 2023, gli eventi di grandine sono arrivati a 9.900, mentre quelli con chicchi da 2 a 5 centimetri sono stati 1.946, un aumento esponenziale rispetto agli anni precedenti. Ancora più impressionante è il dato sulle grandinate con chicchi superiori ai 5 centimetri: 97 eventi, quando nel 2006 erano solo 2.

Nel 2024, anche se il numero di eventi totali è rimasto attorno ai 10.000, gli episodi più distruttivi sono leggermente diminuiti, probabilmente a causa di variazioni minime della temperatura atmosferica. Finardi, infatti, ha raccontato che un solo grado centigrado in più o in meno può fare la differenza tra una pioggia intensa e una grandinata devastante.
Se un tempo le grandinate erano un fenomeno tipico delle regioni settentrionali, oggi la situazione è cambiata drasticamente. Nel 2024 si sono verificati eventi di grandine in Calabria, Basilicata, Puglia e Abruzzo, territori che storicamente non ne erano interessati. L’espansione geografica del fenomeno rappresenta una nuova sfida per il settore delle riparazioni auto, che deve adattarsi a una domanda crescente su tutto il territorio nazionale.

Stampa 3D e il futuro della carrozzeria

Nel panorama dell’innovazione tecnologica applicata all’aftermarket automobilistico, William Cappabianca, oggi CEO di Sidustech, ha scelto il palco di Bologna del Car Service Day per presentare il suo progetto, particolarmente ambizioso.
Circa un anno e mezzo fa, infatti, Cappabianca ha lasciato la sicurezza di una grande azienda per lanciarsi nel mondo dell’imprenditoria. Osservando l’evoluzione della stampa 3D, ha visto il potenziale di questa tecnologia per risolvere i problemi legati alla mancanza di ricambi. Tre anni fa, la tecnologia non era ancora matura per un’applicazione su larga scala, ma oggi la situazione è cambiata radicalmente, con macchinari sempre più autonomi e precisi.

L’idea di avere una stampante 3D in ogni carrozzeria può sembrare futuristica, ma non è del tutto irrealizzabile. Il progetto di Cappabianca si concentra inizialmente su componenti semplici e di piccole dimensioni, che possono essere prodotti direttamente in officina senza la necessità di complessi processi industriali. Tuttavia, la stampa di parti più grandi, come un intero paraurti, rimane al momento una sfida sia in termini di costi sia di operatività.

Uno degli ostacoli più grandi per la stampa 3D dei ricambi è la necessità di un disegno tecnico dettagliato. Al momento, non esiste una banca dati accessibile di modelli 3D dei componenti auto, e nemmeno i costruttori stessi dispongono di una versione pronta per la stampa di tutti i loro pezzi. Questo significa che ogni componente deve essere sottoposto a un processo di "reverse engineering", adattandolo alle specifiche della stampa 3D per garantirne la funzionalità e la resistenza nel tempo.
“Il progetto sta procedendo a ritmo serrato. Dopo aver lanciato con successo una campagna di crowdfunding in Italia per finanziarsi, la startup di Cappabianca sta sviluppando il sistema che permetterà alle carrozzerie di produrre in autonomia alcuni componenti. L'obiettivo è quello di lanciare la soluzione sul mercato entro la fine dell'anno, aprendo la strada a una nuova era per la riparazione automobilistica”, conclude Cappabianca.

Il problema della manodopera e l’inclusione

Un altro tema toccato è stato quello della manodopera in carrozzeria, un problema di tutti e in tutto il mondo. È un problema globale e non solo per mancanza di giovani, ma anche perché l’automotive ha perso appeal agli occhi dei giovani. Dove può attingere, quindi, risorse il mondo automotive?
A Gianluca Tei, psicologo, coach e ricercatore nel campo delle neuroscienze, abbiamo quindi chiesto quali sono le problematiche di comunicazione tra uomini e donne in carrozzeria e anche tra culture differenti.

Per prima cosa, Tei ha parlato di energia maschile, che fornisce direzione, struttura e disciplina, e di energia femminile, che è creativa e adattabile.  
Lo psicologo ha poi spiegato come gestire un team multiculturale e che per farlo nel modo corretto ci vuole una leadership consapevole, una comunicazione efficace e un approccio inclusivo.

È salita poi sul palco Marika Stefania Giacomel, carrozziera e prestatrice di manodopera, che ha raccontato la sua esperienza nel nostro mondo.
Nel suo percorso, ha attraversato alcune difficoltà, ma le ha sempre superate con grinta e determinazione.
Marika nota che in Italia ci sono poche donne che lavorano nel mondo della carrozzeria, mentre all'estero la quota rosa aumenta di anno in anno. Crede che questo sia dovuto al fatto che molte donne non hanno una predisposizione naturale a entrare in quel settore, a differenza di quanto accade per gli uomini.

Secondo lei, la differenza principale tra le donne e gli uomini nel mondo della carrozzeria sta solamente nel fisico. Gli uomini tendono ad usare i muscoli più che la testa per smontare ad esempio un pneumatico o intervenire su un cerchio, mentre le donne devono raggirare l’ostacolo del fisico e usare di più la testa.
Nel suo intervento ha perciò raccontato la sua esperienza prima come dipendente e oggi come imprenditrice, lavorando per diverse carrozzerie e gestendo il suo tempo libero. È anche coinvolta nella moderazione di un gruppo Facebook per i carrozzieri in Italia, che le dà modo di far interagire le persone e di porsi in maniera diversa.
In generale, Marika crede che la carrozzeria non sia né donna, né uomo, ma è fatta di professionisti.

È stato poi il momento di Sebastian Tundrea, un carrozziere rumeno che si è trasferito in Italia all'età di 14 anni e ha raccontato la sua storia. Ha iniziato lavorando come dipendente in una carrozzeria e, dopo alcuni anni, è diventato imprenditore fondando la sua azienda. 
Sebastian ha sottolineato l'importanza della comunicazione tra persone di paesi diversi, affermando che non ha mai incontrato problemi di razzismo o difficoltà nel lavoro. Secondo lui il problema non sta nella lingua, perché in carrozzeria il linguaggio è universale.
Tuttavia, ha riconosciuto che la burocrazia italiana può essere un problema.

Attualmente, Sebastian lavora con sei dipendenti e pianifica di aumentare la struttura nel futuro. Ha affermato che il lavoro c'è, anche tanto, e che non fatica a trovare ragazzi italiani che vogliano entrare a lavorare in carrozzeria, ma probabilmente è facilitato anche dal fatto che trova dipendenti anche grazie ai suoi canali social, molto seguiti (Il Preparatore. 2.0).
Sebastian ha concluso sottolineando l'importanza della passione e del duro lavoro per superare le difficoltà e raggiungere il successo.

Formazione e inserimento dei giovani

Andrea Forbice, direttore generale di Cassani, è stato poi chiamato sul palco per parlare del corretto inquadramento dei nuovi dipendenti in carrozzeria. 
"Perché un colorificio sul palco?", si è chiesto giustamente chi stava ascoltando, ma la risposta è semplice: l’azienda non è solo un fornitore di vernici, ma ha intrapreso un'importante iniziativa a livello sociale e professionale. Cassani, infatti, ha creato delle academy in cui formare professionisti pronti a entrare nel settore. Non si tratta di istituti professionali, ma di un progetto rivolto a persone disoccupate, con l’obiettivo di colmare la carenza di manodopera qualificata.

Forbice ha sottolineato una difficoltà che spesso viene ignorata: "Anche quando i giovani si formano e vengono inseriti in carrozzerie, spesso la loro esperienza non è all’altezza delle aspettative". Non sempre infatti i giovani sono accolti nel modo corretto: il lavoro offerto è poco chiaro o non adatto alle loro capacità, con formule contrattuali che non sempre sono in linea con le aspettative di chi entra nel settore. Questa mancanza di professionalità e la percezione di un settore poco attraente per i giovani sono tra le cause principali della difficoltà nel reclutare nuovi talenti.

Per contrastare questo problema, Cassani ha optato per un approccio innovativo: l’inserimento dei ragazzi con contratti di somministrazione. Si tratta di una formula che prevede che il giovane venga assunto da un'agenzia interinale e poi "prestato" alla carrozzeria. Questo permette una maggiore flessibilità, in modo che le carrozzerie possano "provare" un candidato per un periodo iniziale, senza impegni a lungo termine, ma con la garanzia che le condizioni contrattuali siano chiare e regolamentate.

Il tema economico è fondamentale. La difficoltà di offrire stipendi elevati è una realtà anche nel settore automotive, e la somministrazione prevede un contratto che parte da uno stipendio di circa 1.100-1.150 euro netti al mese. Seppur questo importo possa sembrare contenuto, è comunque un salario dignitoso per un primo inserimento lavorativo, considerando anche che molti ragazzi provengono da situazioni di disoccupazione.
Nonostante il settore automotive non sia sempre considerato competitivo in termini di stipendi rispetto ad altri settori, come quello della termoidraulica, Cassani sta cercando di invertire la rotta, puntando sulla qualità della formazione e sull'offerta di opportunità concrete.

Un dato positivo è che il progetto sta già dando i suoi frutti: nel 2024, sono stati formati e inseriti più di 100 ragazzi nelle carrozzerie. Sebbene il dato di stabilizzazione degli inserimenti non sia ancora definitivo, l’entusiasmo di vedere i ragazzi delle academy già al lavoro è un chiaro segnale del successo del programma.
Forbice ha concluso con un messaggio di speranza e impegno: "Nessuno ha la presunzione di risolvere il problema da solo, ma questo progetto vuole essere uno stimolo per l’intero settore a crescere e migliorarsi". Un passo importante per dare al mercato le risorse necessarie per affrontare le sfide del futuro, con una rete di supporto che coinvolga aziende, istituzioni e giovani lavoratori.

Carrozzerie a confronto

Dopo un pranzo dedicato al confronto e allo scambio di idee tra i partecipanti, per creare nuove connessioni e discutere di collaborazioni future, la sessione pomeridiana è iniziata con una tavola rotonda con le carrozzerie aderenti a un network, dove è stato discusso delle principali sfide per le carrozzerie, con un focus sulle strategie di adattamento e innovazione, ma anche su vantaggi e limiti di appartenere a una rete.

Qui è stato il turno di Gianluca Comi della Carrozzeria Comi (Auto180), Angelo Titanio della Nuova Carrozzeria Cavour (Carrozzerie Doc), Daniele Bandini della Carrozzeria Lacio Drom (Carsafe), Andrea De Palma di Sansovino Group (CSM360) e Paolo La Vitola della carrozzeria Autocenter Arese (CSN Collision).

Uno dei punti su cui tutti i relatori si sono trovati d’accordo è il cambio di paradigma che ha investito il settore automobilistico: l’auto non è più vista come uno status symbol, ma come un servizio di mobilità. Un cambiamento che ha portato le carrozzerie a ripensare il proprio ruolo e ad adottare nuove strategie per affrontare un mercato in evoluzione.
Un aspetto cruciale emerso dalla discussione è stato il ruolo delle flotte e delle compagnie di assicurazione nella canalizzazione dei veicoli verso le carrozzerie. Questo sistema è considerato vincente dai professionisti del settore, tanto che molti hanno scelto di entrare a far parte di un network proprio per beneficiare di questa dinamica.

Far parte di una rete, infatti, non significa solo accedere a un maggior numero di clienti, ma anche sentirsi parte di una comunità di professionisti che condividono la stessa passione per il mestiere. I relatori hanno sottolineato l’importanza del confronto tra colleghi e della condivisione di esperienze e strategie per affrontare le sfide comuni.
Oggi, più che mai, inoltre, le carrozzerie non possono limitarsi a offrire semplicemente una riparazione: devono saper vendere servizi. La capacità di offrire soluzioni personalizzate e di qualità è diventata un fattore chiave per distinguersi in un mercato sempre più competitivo. Investire in formazione e innovazione è perciò essenziale per garantire un servizio che soddisfi le esigenze di clienti sempre più attenti e consapevoli.

Un dato interessante emerso dal dibattito riguarda l’aumento della presenza femminile nelle carrozzerie, come ad esempio nel caso di Autocenter Arese. Un segnale positivo per un settore che storicamente è stato a prevalenza maschile, ma che oggi sta evolvendo verso una maggiore inclusione e diversificazione.
Tuttavia, il problema della carenza di manodopera resta una delle principali criticità del comparto. Durante la tavola rotonda è emerso che per attrarre e trattenere i giovani all’interno delle carrozzerie, è necessario investire su più fronti: formazione continua, welfare aziendale, opportunità di crescita professionale e, soprattutto, una giusta retribuzione. Questi elementi sono fondamentali per garantire un ricambio generazionale che assicuri la continuità e lo sviluppo del settore.

Il caso evolgo!

Enrico Morando e Enrico Tavernese, rispettivamente della Carrozzeria Giardino e della Carrozzeria Poliziano, hanno raccontato la loro esperienza all’interno della rete di impresa evolgo! e le ragioni che hanno portato alla nascita di evolgo! Liguria ed evolgo! Piemonte.

L’idea di evolgo! nasce in Liguria circa dieci anni fa, in un periodo di forte criticità per il settore. Un gruppo di carrozzieri ha iniziato a confrontarsi per trovare soluzioni comuni alle difficoltà del mercato, scoprendo che la formula più efficace per collaborare era quella della rete d’impresa. A differenza di un classico network, questa scelta ha permesso di creare una società con una vera e propria ragione sociale, garantendo maggiore stabilità e possibilità di espansione.

Grazie al successo del modello ligure, il progetto è stato successivamente adottato anche in Piemonte, dove inizialmente si erano sperimentate forme aggregative più tradizionali. Tuttavia, queste non avevano portato ai risultati sperati, spingendo i carrozzieri piemontesi a replicare l’esperienza ligure con evolgo! Piemonte.

Secondo Enrico Morando, la rete d’impresa offre numerosi vantaggi rispetto ad altre forme di aggregazione. In primo luogo, garantisce agilità e snellezza nella gestione, oltre a fornire un accesso agevolato a finanziamenti e bandi regionali. Un esempio concreto è quello della Regione Liguria, che nei prossimi mesi dedicherà risorse specifiche per incentivare le reti d’impresa.
Dal punto di vista pratico, far parte di evolgo! significa poter contare su un continuo scambio di conoscenze e formazione tra colleghi. Questo aspetto è stato sottolineato anche da Enrico Tavernese, che ha evidenziato come la collaborazione all’interno della rete abbia portato vantaggi tangibili per la sua azienda.

Attualmente, la rete è presente in Liguria, Piemonte e Campania, con prospettive di ulteriore crescita. L’idea alla base del progetto è quella di permettere la nascita di reti locali, indipendenti ma collegate tra loro, in modo da adattarsi meglio alle specificità territoriali. Questo approccio consente di mantenere una visione comune, pur lasciando spazio a progetti differenziati a seconda delle esigenze regionali.

Mio Carrozziere: il network indipendente

A chiudere i lavori, è stato Davide Galli, che ha presentato il nuovo percorso di "Mio Carrozziere", un network di carrozzerie indipendenti nato nel 2012 come costola di Federcarrozzieri e ora pronto a camminare con le proprie gambe. La necessità di un'evoluzione è stata dettata dal mutamento del mercato, che oggi richiede maggiore autonomia e nuove strategie per garantire competitività alle carrozzerie.

"Abbiamo capito che era giunto il momento di crescere. Il mercato si è liberalizzato, la spinta verso la canalizzazione è diminuita e l'automobilista ha maggior libertà di scelta. La richiesta rimane alta, mentre l'offerta di carrozzerie sta calando, rendendo fondamentale un salto di qualità per il nostro brand", ha spiegato Galli.
A differenza dei network convenzionati con le compagnie assicurative, Mio Carrozziere si rivolge esclusivamente ai privati. Le carrozzerie aderenti, attualmente un centinaio, infatti, mantengono piena indipendenza gestionale.

"Il nostro obiettivo è fornire strumenti di crescita senza intermediazione o royalty. Non imponiamo vincoli, ma aiutiamo le carrozzerie a migliorare la loro redditività eliminando dispersioni e adeguando le tariffe della manodopera ai reali costi aziendali", ha sottolineato Galli.
Il network punta fortemente sulla formazione, che dal 2025 si articolerà in due percorsi: uno tecnico e uno dedicato all'ottimizzazione dei costi aziendali. Grazie a questi strumenti, Mio Carrozziere vuole supportare le carrozzerie nel miglioramento delle proprie performance economiche e nell'aggiornamento delle attrezzature, elemento cruciale in un settore in costante evoluzione.
Un altro pilastro è la digitalizzazione. Il gestionale proprietario Oxygen Car consente alle carrozzerie di gestire al meglio i sinistri, ottimizzare i processi interni e rimanere aggiornate attraverso comunicazioni costanti via newsletter e social media.

Uno dei temi affrontati è stato il presunto bisogno di canalizzazione per le carrozzerie situate nelle grandi città. Secondo Galli, si tratta di un falso mito: "Molte delle nostre carrozzerie associate hanno saputo crescere senza la canalizzazione. Con una corretta gestione e strumenti adeguati, anche in città si può lavorare con ottimi risultati senza dipendere dalle convenzioni con le assicurazioni".
Mio Carrozziere si configura come una S.r.l., mantenendo un legame con Federcarrozzieri, a cui gli associati devono essere iscritti. La struttura permette di essere sia soci sia semplicemente affiliati, garantendo flessibilità di adesione. L'obiettivo dichiarato per il futuro è ambizioso: raddoppiare il numero di carrozzerie aderenti, passando dalle attuali 100 a 200.

Appuntamento con la prossima edizione

Il Car Service Day 2025 ha perciò messo in evidenza un settore in continua evoluzione, con tante nuove opportunità e sfide. 
I relatori hanno sottolineato l'importanza dell'innovazione, dell'efficienza e della formazione per affrontare i cambiamenti del mercato. L'evento ha confermato che il settore carrozzeria ha ancora molto da offrire.

Per concludere, ringraziamo tutti i relatori, i partecipanti e gli sponsor, che hanno reso possibile la realizzazione di questo evento. Grazie al vostro supporto, abbiamo potuto offrire un'esperienza di alto livello a tutti i partecipanti!
Ci vediamo nel 2026!

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