Gruppo internazionale presente in 18 mercati, Inova Autoservices Group ha da poco aperto la sua filiale italiana e punta a portare un nuovo modello di assistenza al mondo automobilistico. Inova, infatti, non è solo un provider per la gestione dei danni da grandine. Abbiamo incontrato Ivan Giai Via, CEO di Inova, e Mario Giagnoni, direttore generale, per capire cosa offre Inova e se rappresenta un'opportunità o una minaccia per il mondo della riparazione tradizionale.
Cosa fa Inova? Difficile dirlo in poche parole, ma quello che fa lo fa bene. Il gruppo svizzero, guidato da Ivan Giai Via, ha recentemente aperto la sua prima filiale italiana, che segue quelle tedesca e messicana, oltre all'headquarter di Mendrisio, in Svizzera.
Nel mondo dell'autoriparazione, il loro ruolo è difficile da categorizzare: offrono servizi ai grandi provider che gestiscono migliaia di auto o eventi. Pensiamo, ad esempio, ai danni da grandine, dove le compagnie assicurative devono gestire migliaia di sinistri concentrati nello stesso periodo e regione, o alle case automobilistiche che hanno necessità di sostituire gli pneumatici di interi piazzali di auto. Si occupano anche di decontaminazione (come la lucidatura di veicoli arrivati via nave) e dell'installazione di accessori (ad esempio antifurti o scatole nere).
Molto del lavoro è svolto da professionisti con cui il gruppo collabora, ma alcune lavorazioni, soprattutto quelle a caldo, richiedono necessariamente l'intervento delle tradizionali carrozzerie.
Iniziamo con la domanda più diretta: siete un'opportunità o una minaccia per il mondo dell'autoriparazione e le sue strutture in Italia?
Ivan Giai Via: Siamo sicuramente un'opportunità, per vari motivi. Il primo è forse il meno intuitivo: la nostra politica è quella di canalizzare in maniera sostenibile. In caso di eventi atmosferici imprevisti, ad esempio, attiviamo hub locali che permettono di gestire i sinistri in modo organizzato, evitando di sovraccaricare le strutture.
In questi hub facciamo l'accettazione, un'analisi computerizzata dei danni, e stabiliamo se il veicolo può essere riparato a freddo, con le classiche leve, o se necessita di un passaggio in carrozzeria. Anche in questo caso, però, prepariamo l'auto affinché il carrozziere possa concentrarsi sulle lavorazioni che gli competono, rendendo il processo più rapido.
Tuttavia, la creazione di hub sembra essere l'ennesimo tentativo di forzare la canalizzazione sulle strutture...
Mario Giagnoni: Certamente qualcuno potrebbe vederla così, ma noi siamo ben consapevoli delle peculiarità dell'Italia e non vogliamo stravolgere il lavoro di tutti. Credo che un'azienda come la nostra possa essere un ottimo alleato per le carrozzerie, soprattutto dal punto di vista organizzativo.
Oggi, ad esempio, quando c'è un evento di grandine, le auto vengono parcheggiate nelle carrozzerie in attesa che arrivi una squadra per la riparazione a freddo, e spesso non c'è bisogno di ulteriori interventi. In questo modo, però, le carrozzerie rischiano di diventare semplici depositi, e il cliente, vedendo ritardi, può demoralizzarsi.
Noi interveniamo prima, gestiamo il processo, e quando inviamo un'auto in carrozzeria, lo facciamo dopo aver eseguito uno screening preventivo del lavoro, semplificando il compito del carrozziere. Questo rende il nostro modello più efficiente, come dimostra il fatto che molti partner ci scelgono tramite passaparola.
Perché avete deciso di aprire in Italia?
Mario Giagnoni: Abbiamo scelto l'Italia perché è un paese con un parco auto molto interessante e, negli ultimi anni, è stato soggetto a eventi climatici rilevanti.
Tuttavia, in Italia, almeno per la grandine, esiste una grande concorrenza. Perché pensate che il vostro modello sia migliore?
Ivan Giai Via: L'Italia è un caso unico per come il settore si è sviluppato nel tempo. Mentre in Europa la parola d'ordine è centralizzazione, in Italia si è verificata una frammentazione degli interventi, che ha impedito di creare efficienza. Nei paesi più avanzati, tutto il ciclo di riparazione è più veloce per l'automobilista.
La nostra soluzione, già collaudata e di successo, prevede accordi con le compagnie assicurative per allestire, in caso di eventi come la grandine, dei "centri di accoglienza" temporanei in grandi piazzali, ad esempio vicino a stadi o centri commerciali. Qui effettuiamo valutazioni e, dove possibile, anche la riparazione.
Per l'automobilista è molto comodo ricevere un messaggio che lo informi su dove e quando potrà far riparare la sua auto in modo rapido e con tempi certi. In definitiva, per rispondere, credo che anche l’Italia prima o poi seguirà il modello europeo.
Organizzare queste strutture sembra complesso anche dal punto di vista burocratico. Quali sono le maggiori difficoltà?
Ivan Giai Via: La burocrazia si può gestire studiandola. Il problema principale oggi è il personale. Il nostro settore richiede molto personale per periodi limitati, il che richiede un grande coordinamento. A differenza di molti operatori italiani, noi non siamo un network dedicato esclusivamente alla grandine o alla riparazione a freddo. Inova è un provider di servizi per il mondo dell'auto, dedicato a chi gestisce grandi parchi auto, come assicurazioni o case automobilistiche. Questo ci impone di selezionare professionisti con competenze diverse in base ai progetti, permettendoci di avere più squadre operative sparse in Europa e pronte all'azione.
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