Approfondimenti | 08 Giugno 2022 | Autore: Tommaso Caravani

​SIFÀ: il noleggio a lungo termine alla sfida dell’elettrico

Il noleggio a lungo termine e il cambiamento del circolante: l'intervista a Paolo Ghinolfi, AD di SIFÀ.


Paolo Ghinolfi è uno dei migliori conoscitori del mondo del noleggio a lungo termine in Italia.

Forte di un’esperienza ultra trentennale in questo settore, per il quale è stato anche presidente dell’associazione confindustriale del settore, ANIASA, dal 2011 al 2014, Ghinolfi ha fondato SIFÀ (Società Italiana Flotte Aziendali) nel 2015 con il supporto di BPER Banca e proprio in veste di amministratore delegato di questa realtà lo abbiamo contattato per comprendere come sta cambiando lo scenario dell’autonoleggio a lungo termine in Italia.

Dall’elettrificazione all’economia circolare. 

Auto elettrica: una sfida per il mercato

Il primo argomento che affrontiamo con Ghinolfi riguarda l’elettrificazione del parco circolante con un focus sul mondo del noleggio a lungo termine e, già qui, si nota come il manager ami uscire dagli schemi predefiniti delle risposte politicamente corrette.

Quella dell’elettrico, spiega Ghinolfi, è “una transizione che tutti sponsorizzano, ma che in realtà nessuno vorrebbe”. Dalle case automobilistiche fino alle istituzioni europee, che forse oggi stanno ripensando a questa transizione. “I motivi sono noti - prosegue Ghinolfi - perché c’è un tema che riguarda il fenomeno in generale e la sua sostenibilità, poi c’è una situazione contingente che rende quasi impossibili da attuare i progetti concepiti in passato”.
“In termini generali, l’elettrificazione è un tema in divenire, perché non c’è una visione chiara sulle strutture di ricarica ai vari livelli: sia pubblici sia privati”.

Proprio in merito alla carenza di un sistema nazionale di ricarica delle vetture elettrificate, il manager punta il dito contro una burocrazia ancora troppo complessa per garantire una rete che possa supplire alla mobilità elettrica: “oggi in Italia riuscire a installare dei sistemi di ricarica per le auto elettriche è molto complicato, si perdono anni per riuscire ad avere tutte le autorizzazioni”.

Ma non sono solo i punti di ricarica il problema alla base di uno sviluppo di vetture elettriche e per farlo capire Ghinolfi ricorre a un esempio: “è come un motore che deve esser messo in fase, bisogna che tutti i componenti siano posizionati in maniera corretta e solo allora si può pensare che il motore parta. Quindi, è vero che oggi i produttori stanno inserendo in gamma veicoli elettrici, ma - oltre ad avere una struttura di punti di ricarica adeguata - serve che le auto arrivino, perché oggi combattiamo con i problemi di fornitura del Far East e i prezzi della logistica sono diventati quasi insostenibili. Oggi molti produttori pretendono che, a fronte di acquisti importanti, almeno una quota di veicoli sia elettrica. Ma in questo modo si droga il mercato. Un mercato, sempre tornando al tema della messa in fase, che è anche drogato da incentivi altalenanti, sottodimensionati rispetto alle necessità e che non garantiscono un accesso equo”.

In questo caso Ghinolfi si riferisce al fatto che esistano dei lotti massimi di acquisto che non permettono a una società di noleggio (che immatricola grandi numeri di auto) di sfruttare a pieno gli incentivi. Una “tempesta perfetta” insomma per il mercato del noleggio, che si trova anche a dover gestire la scarsità di prodotto: “da che faccio questo lavoro non ricordo sconti così bassi sull’acquisto di auto nuove, praticamente con uno sconto prossimo allo zero, una situazione antieconomica e antiecologica, oltre che antisociale”.

Per uscire da questa situazione, secondo Ghinolfi, bisogna lavorare sui costi sostenuti dalle società di noleggio: “bisogna che ci sia una maggiore regia, che si faccia sistema, ma negli ultimi anni, come associazione di categoria (ANIASA n.d.r.) ci siamo concentrati maggiormente su questioni che oggi potremmo definire marginali, come l’adeguamento dell’Iva, che sono sicuramente battaglie giuste ma non risolvono i problemi creati dal quadro macroeconomico attuale”. 

Elettrico: il valore dell’usato e della manutenzione

Al di là dei problemi connessi al mercato, la scelta europea di puntare sull’elettrico pone però anche altre domande per chi si occupa di gestire parchi veicoli importanti come una flotta di noleggio. Uno dei principali riguarda il dubbio sul mantenimento del valore di questi mezzi, le cui batterie sono soggette a decadimento nel tempo.

Nonostante lo scetticismo della maggior parte degli utenti privati però, per Ghinolfi quello del valore dell’usato è un falso problema per due motivi: da una parte le auto, nonostante possano perdere un po’ di autonomia nel corso del tempo, se sono manutenute correttamente rappresentano ancora un valore, anche considerando il fatto che il tempo di permanenza nel parco delle società di noleggio è di circa 4-5 anni al massimo; dall’altra, spiega Ghinolfi “dopo tale periodo le auto usate si confronteranno con vetture che costeranno notevolmente di più e questo farà sì che il deprezzamento non sia così impattante”.

Il problema, secondo Ghinolfi, come sempre è macroeconomico, perché oggi le percentuali di vendita dell’elettrico sono molto basse e l’Europa deve confrontarsi con paesi stranieri, in particolare la Cina, per le forniture, senza contare che, anche in Estremo Oriente e nonostante tutti gli annunci, le vendite di auto elettriche sono molto basse.
Abbiamo allora cercato di capire se il costo della manutenzione ordinaria, ridotto ai minimi per le vetture elettriche, potesse rappresentare un incentivo per le flotte: a fronte di un costo iniziale più alto si risparmierebbe nella gestione. Anche qui però Ghinolfi smentisce la teoria: “la verità - spiega - è che oggi parlare di elettrico vuol dire parlare di futuro e porta facili consensi. Il motivo per cui continuiamo a immatricolare tante venture endotermiche a fronte di percentuali molto basse di elettrico è proprio dovuto al fatto che queste auto presentano una serie di problemi che portano i costi a esplodere”.

I “problemi” di cui parla Ghinolfi non sono però legati alla manutenzione ordinaria, quanto piuttosto a quella straordinaria: “un’auto elettrica, e aggiungerei anche plug-in, può fermarsi per svariati motivi, dalla batteria all’elettronica, ma intervenire su queste auto è piuttosto complesso, tanto che i tempi di fermo tecnico per la riparazione si allungano a dismisura (parliamo anche di 5-6 mesi) con costi enormi per le società come le nostre, perché un’auto ferma vuol dire un veicolo sostitutivo e un cliente insoddisfatto”.

Inoltre, spiega sempre Ghinolfi, “il noleggio a lungo termine in generale, come anche nel caso di SIFÀ, hanno per la maggior parte clienti corporate, i cui utenti hanno percorrenze importanti, sulle quali tra l’altro la situazione pandemica non ha influito troppo: nel 2019 la percorrenza media era attorno ai 43.000 km, oggi siamo scesi a circa 40.000 km medi anno, quindi l’elettrico non è una soluzione”.
“Noi per esempio, come SIFÀ, già dall’inizio della nostra avventura abbiamo compreso che il nostro ruolo è quello di fornire consulenze personalizzate ai nostri clienti”. Una consulenza che deve poi tradursi in soluzioni specifiche adatte alle esigenze di ogni cliente. Un esempio è quello delle vetture elettriche plug-in che l’azienda ha suggerito ai propri clienti nei casi in cui i chilometraggi annuali fossero contenuti. “Abbiamo verificato però che proprio a causa della mancanza di punti di ricarica molti utenti utilizzano poi il veicolo solo con il motore a combustione interna (non avendo possibilità di ricaricare le batterie) con un doppio danno: sia per le aziende che hanno noleggiato quei mezzi, sia dal punto di vista dell’impatto ambientale”. 

Un circolante sempre più vario

La nostra chiacchierata con Paolo Ghinolfi si conclude con un altro tema “scomodo”: le auto di produzione cinese che, neanche troppo lentamente, si stanno affacciando sul nostro mercato. Abbiamo cercato di capire se queste vetture rappresentino un’opportunità o meno per il mondo del noleggio a lungo termine, anche considerando che molti dei modelli importati sono elettrificati.

“Oggi considero che ci siano delle opportunità in più grazie ai nuovi brand cinesi, ma anche italiani, che però hanno esternalizzato la produzione. Alcune di queste opportunità sono contingenti, perché, per esempio, se non c’è prodotto ben venga che ci siano soluzioni alternative; altre sono strutturali, perché oggi come industria abbiamo bisogno che i produttori tradizionali capiscano le nostre esigenze e che certe esagerazioni siano riportate nell’ambito di normali trattative. Trovo importante che ci siano nuovi attori che in qualche modo stimolino la concorrenza per mantenere il rispetto tra aziende e persone che c’è stato per anni”.

Se però le opportunità sono chiare, restano anche dei punti d’ombra: “ovviamente questi brand, per mille motivi, non potranno eguagliare le quote che non sono coperte dai produttori tradizionali. Tuttavia restano anche molti interrogativi: chi garantisce che la fornitura dalla Cina sia costante? Chi garantirà l'assistenza post-vendita? Tutti punti di domanda che, se troveranno risposte credibili, potrebbero aprire notevolmente il mercato”.
 

Nella foto di apertura: Paolo Ghinolfi, fondatore e amministratore delegato di SIFÀ.

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Tags: autonoleggio auto elettriche sifà

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