La pandemia cambierà anche il mondo dell’RC Auto? E in cosa? Di certo il lockdown ha portato un risparmio importante nelle casse delle assicurazioni, ma ha anche spinto sulla tecnologia per gestire in remoto polizze e gestione sinistri. Tra polemiche e proposte cerchiamo di capire cosa sta cambiando.
In ogni caso tenere una propria cifra in tasca per qualche mese porta sicuramente molti vantaggi, ma a questo bisogna aggiungere che sono pochissimi gli italiani che durante le limitazioni di mobilità hanno sospeso le proprie polizze (RC Auto così come le garanzie accessorie visto anche che può farlo solo chi non parcheggia l’auto in strada), mentre sicuramente il numero dei sinistri è precipitato, non fosse altro perché la circolazione delle auto si è drasticamente ridotta.
Per capirlo basta guardare qualche dato sulla vendita dei carburanti: ad aprile la benzina venduta sulla rete ha segnato -73,3% rispetto al 2019 e il gasolio (sempre venduto tramite la rete) -67,5%; a marzo i cali erano stati rispettivamente del 51,3% e del 48,4%. A rafforzare la certezza del calo dei sinistri ci ha pensato anche uno studio realizzato da “Il Messaggero” su dati di Polizia Stradale e Carabinieri, relativo al solo mese di marzo 2020, secondo cui gli incidenti stradali sarebbero calati di oltre il 60% sia sulle strade urbane sia su quelle extraurbane. Secondo Assoutenti il numero di sinistri nel periodo del lockdown avrebbe segnato addirittura -80%.
Per stabilire definitivamente di “quanto” siano calati bisognerà aspettare, ma è certo che nel frattempo le compagnie assicurative hanno continuato a incassare i premi, o meglio, avrebbero dovuto.
Perché il settore assicurativo, oltre a poter contare su una buona riserva di liquidità che gli offrirà lo stop del trimestre marzo-maggio 2020, si troverà di fronte alla crisi di liquidità degli assicurati. Non è un caso se, già a marzo 2020, i premi incassati nel settore RC Auto erano scesi del 12% (fonte ANIA), portando il risultato del settore “Danni” a un segno meno per la prima volta in anni di crescita per un calo complessivo del 7%. A questi mancati rinnovi o riduzione di garanzie bisognerà poi sommare i problemi di insoluti, che molto probabilmente arriveranno a causa del crollo del potere di acquisto delle famiglie.
A conti “spanno metrici”, comunque, le compagnie alla fine dovrebbero trovarsi con un bel risparmio in tasca (oltre agli interessi maturati dal blocco dei risarcimenti nello stesso periodo), e considerando anche che solo lo scorso anno, il settore danni garantiva alle compagnie un utile di oltre 2.8 miliardi di euro. Insomma, non stiamo parlando di bruscolini.
D’altronde sul sito dell’ANIA (Associazione Nazionale fra le Imprese Assicurative) gli unici chiarimenti riguardo a Covid-19 e RC Auto riguardano le possibilità di sospensione dell’assicurazione (come detto possibile purché l’auto sia ricoverata in luogo privato, esattamente come negli altri periodi non di crisi) e l’estensione del periodo di rinnovabilità della polizza da 15 a 30 giorni dalla scadenza così come previsto dal Decreto Cura Italia. Mentre l’ipotesi di riduzione dei premi, o altre iniziative più orientate agli automobilisti, non sembrano (almeno per il momento) essere state ancora analizzate, stante la sollecitazioni istituzionali arrivate da vari fronti. A fare un punto sui cali dei premi ci ha pensato però Segugio.it secondo cui il premio RC Auto medio lordo è calato ad aprile a 344 € dai 415 € di fine 2019 (-17%), mentre per le moto è passato da 344 € a 240 € (-30%). Dati che si basano sui preventivi online (quindi non sempre perfettamente aderenti alla realtà), ma che comunque già a maggio hanno fatto segnare un’inversione di tendenza quando il premio medio RC Auto di maggio 2020 è risalito a 384 € (-7,5% rispetto a fine 2019), quello moto, invece, 262 € (-24% rispetto a fine 2019).
Ma cosa sta cambiando quindi nel panorama assicurativo? Matteo Carbone, fondatore dell’IoT Insurance Observatory e non-executive director di Net Insurance, ha fotografato in un’intervista al quotidiano “La Repubblica” come stiano crescendo le polizze con contratti istantanei, da uno a qualche giorno, amati soprattutto per le seconde vetture parcheggiate in garage e per alcuni settori lavorativi. Di sicuro a crescere sarà l’utilizzo dei “fai da te online”, in un settore che, nonostante i vari portali comparativi spuntati come funghi negli ultimi anni, rimane molto ancorato al canale agenziale tradizionale. Cambierà anche il rapporto con il mondo della riparazione, perché la tecnologia, che da anni fatica a imporsi in questo settore, accelererà notevolmente.
A questo proposito una delle ultime polemiche riguarda l’utilizzo delle video perizie al posto di quelle effettuate sul posto. Durante la pandemia, infatti, la maggior parte delle compagnie, anche con il benestare dell’ANIA, hanno approvato il loro utilizzo al posto di quelle in loco effettuate dal perito. Questa decisione ha portato da una parte l’AIPED (Associazione Italiana Periti Estimatori Danni) a gridare allo scandalo, perché l’analisi a distanza di un danno non è paragonabile a quella fatta di persona; dall’altra anche alcuni esperti assicurativi a temere frodi possibili grazie alla tecnologie (come video e foto “non certificati”).
Insomma, non è ancora chiaro se il prossimo anno risparmieremo sull’assicurazione dell’auto o meno, è certo che la maggior liquidità porterà alcune innovazioni che per anni sono rimaste nel cassetto.
Ma se la tecnologia nelle gestione delle pratiche è ancora sottosviluppata in Italia, lo stesso non si può dire dei device installati all’interno delle auto. L’Italia è da anni tra i primi paesi al mondo per diffusione della scatola nera tanto che la stessa Confartigianato dichiara in un proprio comunicato come “negli ultimi anni la sottoscrizione di polizze assicurative con installazione di scatola nera ha registrato un aumento significativo, basti pensare che solo in Italia, le scatole nere installate, sono passate dal 10% fino a superare il 21% e in certe zone, come il Sud Italia, hanno persino sforato il 60%”.
Una crescita parallela ai meccanismi di eCall (obbligatori sulle auto nuove da marzo 2018) che automatizza la chiamata di emergenza in caso di incidente. Nonostante quest’ultimo meccanismo sia previsto dall’UE, infatti, il motivo per cui le scatole nere continuano ad avere tanto successo è dovuto al fatto che i “dati” racchiusi nella chiamata di emergenza europea non sono a disposizione delle compagnie, ragion per cui, grazie anche all’utilizzo di formule commerciali accattivanti, continuano ed essere proposte.
Chiudiamo questo breve resoconto con una proposta fatta da Assoutenti che ci è sembrata particolarmente interessante. Oltre a varie richieste di riduzione dei premi, tutele degli utenti e sanzioni, infatti, l’Associazione dei Consumatori propone che lo Stato garantisca un credito di imposta alle compagnie per la chiusura delle posizioni radicate in giudizio.
In sostanza garantire alle compagnie un guadagno qualora si accordassero con le controparti prima del giudizio così da liberare i tribunali dalle migliaia di cause pendenti e accelerare i tempi di risarcimento, contando che il risparmio pubblico sulla giustizia sia superiore al costo del credito concesso alle compagnie. In questo modo ci guadagnerebbero le compagnie (che potrebbero recuperare parte dei risarcimenti), i consumatori (che vedrebbero chiudersi posizioni trascinate spesso per anni) e le pubbliche finanze.